Il ‘bilancio’ della Giornata Nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti

Speravano in una partecipazione ‘corale’ alle diverse iniziative che abbiamo voluto mettere in atto lo scorso 11 Aprile per celebrare la Giornata Nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, e la risposta ha superato le attese.

Il nostro obiettivo di sensibilizzazione è stato (ac)colto dai Soci Fondatori di Fondazione D.O.T che concretamente hanno ‘acceso’ di rosso le facciate delle loro istituzioni (come le Molinette o il Rettorato dell’Università di Torino) o condiviso il messaggio che abbiamo voluto lanciare alla città di Torino, proiettando sulla Mole il simbolo regionale della donazione: un cuore impacchettato, quale atto supremo di amore, gratuito e generoso.

Un invito per i cittadini a fotografarla e poi a postare e condividere l’immagine con i propri contatti social: #Affacciatiallafinestrascattaposta. Forte è stato il sentimento anche da parte del territorio: di alcune Aziende, come Peyrano (la prestigiosa cioccolateria torinese) che ha omaggiato i nostri operatori con degli ottimi cioccolatini di loro produzione, rendendosi disponibile a sostenere e partecipare alle nostre future attività di sensibilizzazione alla donazione.

E poi la squadra di calcio del Toro FC che ha condiviso i nostri post sui propri canali. Che dire della cittadinanza? Ci ha sorpreso per i tanti ‘Like’ che ha messo ai nostri post e immagini della Mole, legandosi con empatia, al nostro impegno.

Infine, un grazie ai nostri testimonial e volontari, prima fra tutti Anita Siletto, Presidente della Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta dell’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato (AITF) che collabora da anni a diffondere l’importanza e la cultura della donazione fra la popolazione e nelle scuole.

 

5×1000 per la Fondazione DOT

Progetto PerTravel: mobilità all’avanguardia per il trasporto degli organi.

Con la prossima dichiarazione dei redditi è possibile destinare il 5×1000 per la Fondazione D.O.T. Onlus per aiutarci a creare un sistema tecnologico innovativo per il trasporto degli organi. Agevolare la mobilità degli organi è decisivo in caso di trapianto. È necessario creare apparecchiature all’avanguardia che siano in grado di trasportare gli organi in modo agevole e sicuro senza pregiudicarne il contenuto.

Per questa complessa attività servono studi e sperimentazioni costose. Tutto ciò può essere realizzato mettendo insieme tanti piccoli contributi: partecipa anche tu!

 

Scopri come devolvere il 5×1000 a Fondazione D.O.T.

Gli ‘operatori’ delle donazioni

«Il Procurement di organi e tessuti – chiarisce la dottoressa Anna Guermani, coordinatrice regionale delle donazioni e dei prelievi – è una ‘rete’ di 34 ospedali, che lavorano in sinergia per accogliere la volontà donativa dei pazienti e garantire la possibilità di cura a chi è in attesa di un trapianto». Un valore aggiunto di questa rete sono gli infermieri, che hanno un ruolo importante e delicato, quotidianamente a tu per tu con chi la vita la perde.

«La nostra professione – commenta Marco Maura – richiede da un lato la conoscenza delle procedure di donazione e dall’altra un’alta sensibilità: accogliamo i parenti dei donatori, li supportiamo, li consoliamo, li accompagniamo nel percorso donativo con fermezza e al tempo stesso delicatezza. Un compito che in periodo di pandemia ha richiesto lo sviluppo di nuove capacità, come imparare ad abbracciare senza abbracciarsi fisicamente, comunicando attraverso gli occhi e la gestualità. Spesso i famigliari sono sottovalutati, invece sono meritevoli di attenzione, supporto e di un riconoscimento particolare. Infatti, scegliere di donare è un grande gesto fatto alla società: la donazione è un momento in cui nel dramma e nella fatica si ha ancora una opportunità di ridare la vita a un’altra persona».

In qualsiasi situazione, l’infermiere che si (pre)occupa del procurement, come Marco e i tanti suoi colleghi, deve essere in grado di entrare in punta di piedi nella vita delle persone in un momento tragico, per non invadere la sensibilità dell’altro. Un lavoro delicato, che fonde elevata professionalità, frutto di formazione specifica appresa attraverso studi dedicati e esperienza sul campo.

 

Piemonte, una Regione ‘da primato’

Il 2020 è stato un anno positivamente segnato da alcuni primati che qualificano Regione Piemonte e la città di Torino, come eccellenze in ambito di trapianti. «Siamo stati i primi in Europa – precisa il Professor Antonio Amoroso, Coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte – ad eseguire nel 2020 un trapianto di fegato da donatore Covid-19, cui ne sono seguiti altri 4 sempre effettuati alle Molinette su riceventi con pregressa infezione da coronavirus».

Questo traguardo contribuisce a rendere la Città della Salute il primo ospedale in Italia per numero complessivo di trapianti: 388 eseguiti alle Molinette, 8 all’Ospedale pediatrico.

Infine, un ultimo primato: l’Ospedale torinese è in testa anche per numero di trapianti di fegato, di rene e di polmone, 200 quelli di rene: una soglia, mai raggiunta da nessun centro in Italia, che ha permesso di oltrepassare il traguardo di 10 mila trapianti totali attuati sul territorio.

 

La dichiarazione di volontà alla donazione

«Un grazie va anche ai donatori del nostro territorio – dichiara il Professor Antonio Amoroso, Coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte, e rappresentante di Fondazione D.O.T. (Donazione Organi e Trapianti) – cui devono molto gli operatori del sistema donazione-trapianti, ma soprattutto i  pazienti in attesa di un trapianto d’organo».

A confermare queste parole, ci sono i dati di Regione Piemonte e Valle d’Aosta che al 31 marzo 2021, ha contato da sola 38,4 donatori di organi per milione di abitanti, rispetto ai 28,5 del Nord, 29,8 del Centro, 10,4 di Sud e isole, per una media nazionale di 22,6 donatori. A questo si aggiungono i 56.733 donatori attivi di Cellule Staminali Ematopoietiche iscritti nel Registro Donatori regionale. Numeri raggiunti anche grazie all’attività sul territorio: in Piemonte ci sono 1.010 (su 1.181) comuni attivi per la registrazione della volontà alla donazione, e tutti i Comuni – pari a 74 – della Valle d’Aosta.

Sono stati oltre 4.241.157 (su 4.381. 000 circa) i piemontesi raggiunti dal servizio e la totalità dei valdostani, pari a 125.666 abitanti. I risultati? Al 31 marzo all’Anagrafe sono state espresse 397.415 dichiarazioni favorevoli alla donazione in Piemonte e 15.518 in Valle d’Aosta.

 

LE PAURE ‘ DA DONAZIONE’: cosa frena la volontà degli italiani a donare organi e tessuti

Una indagine condotta nel 2019 dal Coordinamento Regionale delle donazioni e dei Prelievi fra circa 1.200 cittadini presso l’Anagrafe Centrale di Torinoattesta che esistono almeno 6 timori che ‘ostacolano’ la scelta degli italiani di donare organi e tessuti post-mortem: la paura di non essere veramente morto al momento del prelievo degli organi; che vengano interrotte prematuramente le cure una volta conosciuta la favorevolezza alla donazione. Ancora: essere troppo vecchi per potere donare, che il corpo sia deturpato a seguito del prelievo degli organi, non avere informazioni chiare sul destino degli organi e/o la scelta dei riceventi, che sia una decisione irreversibile. 

Sono timori da sfatare, perché il trapianto è ‘protetto’ da leggi che tutelano il donatore nella sua volontà (vietando in ogni modo o con ogni mezzo di accelerare la pratica) e che regolano la trasparenza di tutto il percorso dalla donazione fino al trapianto. L’età? Non è affatto un limite. È possibile donare il fegato e i reni anche oltre gli ottant’ANNI.

 Nel caso di minore, invece è necessario che entrambi i genitori esprimano parere favorevole alla donazione.

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Le paure ‘da donazione’: cosa frena la volontà degli italiani a donare organi e tessuti

Una indagine condotta nel 2019 dal Coordinamento Regionale delle donazioni e dei Prelievi fra circa 1.200 cittadini presso l’Anagrafe Centrale di Torino, attesta che esistono almeno 6 timori che ‘ostacolano’ la scelta degli italiani di donare organi e tessuti post-mortem: la paura di non essere veramente morto al momento del prelievo degli organi; che vengano interrotte prematuramente le cure una volta conosciuta la favorevolezza alla donazione. Ancora: essere troppo vecchi per poter donare, che il corpo sia deturpato a seguito del prelievo degli organi, non avere informazioni chiare sul destino degli organi e/o la scelta dei riceventi, che sia una decisione irreversibile.

Sono timori da sfatare, perché il trapianto è ‘protetto’ da leggi che tutelano il donatore nella sua volontà (vietando in ogni modo o con ogni mezzo di accelerare la pratica) e che regolano la trasparenza di tutto il percorso dalla donazione fino al trapianto.

L’età? Non è affatto un limite. È possibile donare il fegato e i reni anche oltre gli ottant’anni. Nel caso di minore, invece è necessario che entrambi i genitori esprimano parere favorevole alla donazione.