Tre storie, una sola rete: quando la donazione di organi ridà la vita

Tre storie, una sola rete: quando la donazione di organi ridà la vita

I trapianti a Torino raccontano il coraggio, l’eccellenza e la forza del dono.

In Piemonte, ogni giorno, la rete trapiantologica è al lavoro per trasformare una tragedia in speranza. Non sono solo numeri o interventi riusciti: sono vite ricucite, occhi riaperti, battiti che ricominciano. Nei mesi di aprile e maggio, tre storie ci hanno ricordato perché sostenere la cultura del dono è così importante.

 “Gli esplode il fegato”: salvo con un trapianto in emergenza nazionale

La chiamata è arrivata dopo un incidente gravissimo: un uomo schiacciato da una pala agricola, il fegato letteralmente esploso. Il tempo stringe, i medici attivano immediatamente la procedura di emergenza nazionale. Il fegato compatibile arriva e l’intervento viene eseguito alla Città della Salute di Torino.

L’uomo è salvo. Grazie alla prontezza della rete trapiantologica, alla sinergia fra regioni, e alla generosità di un donatore anonimo che ha deciso, un giorno, di dire “sì”.

 Un chiodo negli occhi, la luce ritrovata grazie a un trapianto di cornea

All’Ospedale di Verduno, un uomo viene ricoverato in seguito a un grave incidente: un chiodo gli ha compromesso irrimediabilmente la vista. La sua unica possibilità è un trapianto di cornea.

Grazie alla donazione e all’intervento tempestivo dell’équipe, l’uomo ha ritrovato la luce. Un gesto semplice, spesso poco conosciuto, come la donazione di tessuti oculari, ha cambiato radicalmente la sua quotidianità.

Un piccolo miracolo reso possibile da chi ha deciso di donare anche ciò che non si vede, ma fa vedere.

 21 anni e un secondo trapianto di fegato: salvata una giovane fan di Jovanotti

Affetta da una grave malformazione epatica congenita, questa giovane donna aveva già affrontato un trapianto nei primi mesi di vita. Le complicazioni hanno richiesto un secondo intervento a 21 anni.

Alle Molinette di Torino, l’équipe del Centro Trapianto Fegato ha affrontato un caso estremamente complesso: assenza delle connessioni vascolari tradizionali, necessità di un approccio completamente extra-anatomico. L’operazione dura 14 ore, coinvolge chirurghi, cardiochirurghi, anestesisti e tecnici perfusionisti.

Alla fine, il fegato riparte subito. La paziente è salva. E la forza della rete trapiantologica si manifesta in tutto il suo valore.

“È così che dovrà essere il futuro Parco della Salute”, ha commentato Thomas Schael, Direttore Generale.

 

Le storie ci dicono una cosa chiara: donare è decidere per la vita

In ogni storia c’è un prima e un dopo. C’è il dolore, la paura, ma anche l’impegno di chi opera nella sanità pubblica e il coraggio silenzioso dei donatori e delle loro famiglie.

Fondazione DOT è al fianco di questa rete, per sostenere la ricerca, promuovere la cultura del dono e fare in modo che queste storie diventino sempre più numerose.

📌 Hai già espresso il tuo consenso alla donazione? Fallo oggi, al rinnovo della tua carta d’identità.
Una scelta che può salvare una vita. O anche tre.