Facciamo il punto sui trapianti

Le ultime informazioni che riguardano lo stato dell’arte dei trapianti del 2021 sono raccolte nel Rapporto del Centro Nazionale Trapianti: partiamo con le buone notizie. Si registra, innanzitutto, un calo – pari al -2,7% – delle liste d’attesa e due dati confortanti: da un lato Torino si conferma centro di eccellenza sul territorio, il primo per numero di interventi eseguiti, mentre al Careggi di Firenze crescono i donatori. Ancora altri aspetti positivi: il 2021 è stato un anno di ripresa anche per l’attività di donazione e trapianto degli organi (rispettivamente  +12% e +9%).

I donatori in prevalenza sono stati uomini (54%) rispetto alle donne (46%), con età media di 60 anni, con un numero in crescita degli over 80. Si sono distinti l’ospedale Careggi di Firenze con 40 prelievi, il Bellaria – Maggiore di Bologna con 37 prelievi, l’Ospedale Civile Maggiore di Verona con 33 prelievi, il Policlinico Gemelli di Roma e l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Presidio Molinette con 30 prelievi entrambe. Complessivamente in Italia i donatori utilizzati sono stati 1.387 su 214 ospedali.

L’attività dei trapianti pone in evidenza l’Azienda ospedaliera universitaria Città della salute e della scienza di Torino, prima per trapianti di rene e di fegato da donatore deceduto e “sul podio” per i trapianti di cuore, polmoni e pancreas, l’Ospedale di Padova, che ha effettuato più trapianti di polmone, di pancreas e di rene da donatore vivente, l’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, che ha ottenuto il primato dei trapianti di cuore, l’Ismett di Palermo per i trapianti di fegato da vivente. Naturalmente sono proseguiti anche tutti gli altri trapianti: tessuti, cellule staminali emopoietiche, gameti per la procreazione medicalmente assistita. 

Le liste di attesa, seppure migliorate, presentano ancora qualche criticità, specie per alcuni organi dove le tempistiche sono ancora piuttosto lunghe: in particolare per il trapianto di cuore con liste standard (ordinarie) che si aggirano attorno ai 3,7 anni e il trapianto di fegato stimato a 1,7 anni. Caso a parte sono i pazienti in lista d’urgenza nazionale dove scendono rispettivamente a 18 i giorni di attesa per il cuore e a meno di 2 per il fegato. 

Per quanto riguarda i trapianti di tessuto e le cellule staminali emopoietiche si conferma la crescita esponenziale del 2021: +47% rispetto al 2020. «Il bilancio per il 2021 – commenta il professor Antonio Amoroso, Coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte – è da ritenersi assolutamente positivo a conferma dell’expertise e delle professionalità presenti sul territorio e all’azione di sensibilizzazione, constate e capillare, che ha consentito di raccogliere un numero importante di organi a vantaggio dei nostri pazienti provenienti dalla Regioni e fuori territorio».