La Città della Salute leader (anche) nel trapianto di rene

40 anni che hanno fatto la storia del trapianto di rene in Regione Piemonte: il primo avveniva nel novembre del 1981 presso il Centro trapianti renali “A. Vercellone” delle Molinette, l’ultimo – che ha consentito di tagliare il traguardo di oltre 4 mila trapianti – è avvenuto grazie alla generosità di un donatore deceduto “a cuore fermo”, cioè con morte accertata secondo criteri cardiologici. Alle Molinette di Torino, nel novembre 2021 è stato effettuato anche il 247° trapianto di rene da donatore vivente, che – con i 153 trapianti eseguiti a Novara – ha permesso di raggiungere quota 400 in Piemonte: un altro fiore all’occhiello per Città della Salute. Numeri ed expertise che hanno consentito alla Regione Piemonte e Valle d’Aosta di qualificarsi come territorio di eccellenza, in Italia, per i trapianti d’organo, nello specifico di rene, e all’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino di diventare struttura di riferimento a livello nazionale.

Obiettivi raggiunti grazie a un lavoro di squadra: «Quanto abbiamo ottenuto – spiega il professor Antonio Amoroso, Responsabile del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte – è stato possibile grazie alla generosità ed all’altruismo diffuso nella popolazione piemontese, all’impegno dei Centri di Rianimazione di tutti gli ospedali di questo territorio, all’aumento del trapianto da donatore vivente, al potenziamento dell’iscrizione in lista con allargamento a pazienti sempre più complessi, alla politica aziendale di rafforzamento del programma anche sulla linea della continuità, impegni perpetrati e perseguiti anche in epoca di pandemia».

A ciò si è aggiunta la lungimiranza del Centro Regionale che si è ‘aperto’ anche a valutare e accogliere criticità, considerate da altre strutture una esclusione al trapianto, quali riceventi e donatori anziani, l’esecuzione di trapianti di rene da donatore a cuore fermo, ritrapianti, trapianti renali in condizioni di urgenza, trapianti ad alto rischio di rigetto, trapianti renali combinati con altri organi attuati con la collaborazione di équipes specifiche d’organo, trapianti da donatore vivente con gruppo sanguigno diverso. «Si tratta di realtà – aggiunge Amoroso – che sono ormai entrate nella pratica clinica quotidiana del nostro ospedale. Di questo va reso merito alla competenza e alla passione di tutti gli operatori che non si risparmiano per ottenere le massime performance e offrire ai nostri pazienti il più alto livello di cura e assistenza».

Il successo del programma di trapianto è frutto, infatti, della cooperazione di differenti competenze, interagenti e tutte indispensabili, che partecipano al momento del trapianto e/o nel follow-up dei pazienti trapiantati: il Coordinamento regionale Trapianti, il Coordinamento regionale Prelievi d’organo e tessuti, il Centro Trapianto, il Centro Trasfusionale, i Laboratori, e moltissime altre divisioni. Un lavoro ‘di rete’ che ha consentito di contare al 31 ottobre 2021, 4016 trapianti di rene, di cui 165 trapianti di entrambi i reni, 47 trapianti di rene da donatori a cuore fermo, 59 trapianti combinati di rene e pancreas ed 85 trapianti combinati di rene e fegato, 5 di rene e cuore ed 1 di polmone e rene. «Grazie a questa intensa attività di trapianto – conclude Amoroso – in Piemonte il numero dei pazienti nefropatici curati con il trapianto sta sopravanzando quello dei pazienti curati con la dialisi, avvicinandosi al sorpasso, secondo i dati dell’Osservatorio regionale per la Malattia renale cronica».