INDOOR, il progetto avanza!

Vi avevamo raccontato dell’impegno di Fondazione D.O.T. e di altri partner nella creazione di droni per il trasporto ‘via aerea’ di organi e materiale biologico. Ricordate? Il progetto sta avanzando bene, è stata avviata una nuova borsa di studio, assegnata all’Ing. Chiara Bosso e si stanno sviluppando le prime attività concrete. Sebbene l’obiettivo finale sia il traporto di organi, è necessario partire da scenari più semplici, anche se altrettanto utili, e così attualmente gli sforzi sono concentrati a valutare – con una prospettiva al futuro – come trasportare al meglio e nella maniera più efficiente e sicura possibile materiale biologico, come sacche di sangue e provette di sangue e/o di materiale biologico. Dunque, in attesa dell’autorizzazione di ENAC per il trasporto di campioni biologici e organi in ambiente urbano, cioè dall’Ospedale Molinette di Torino fino ad un altro punto cittadino, i ricercatori sono al lavoro sulle prime simulazioni, ovvero prove ‘sperimentali’ in laboratori e campi volo, in terreni e aree verdi (al di fuori della contesto urbano), in cui poter testare le capacità e potenzialità dei droni: l’aerodinamicità, le vibrazioni e temperature, il peso massimo (al decollo), ed altri parametri utili.

«Poiché il trasporto di materiale e campioni biologici in ambiente urbano richiede l’autorizzazione dell’ENAC – spiega Chiara Bosso – al momento ci stiamo concentrando sulle simulazioni. L’idea attuale è di eseguire le prime prove con due tipologie di droni, un “multicottero” e un “convertiplano”, che hanno le stesse funzionalità ma caratteristiche aereodinamiche, di atterraggio e decollo differenti. Di entrambi valuteremo le caratteristiche di volo e in funzione delle performance che mostreranno, sceglieremo il migliore e il più adatto al trasporto di organi e campioni biologici». Da un punto di vista teorico, in parallelo, si stanno studiando le proprietà vibrazionali del drone nei voli in assenza di ‘payload’, ossia senza carico, per poterle riprodurre su macchine di prova ed eseguire alcuni test funzionali: «Una volta ottenuti i dati sulle vibrazioni e sulle accelerazioni – continua Bosso – potremo riprodurre le stesse condizioni in corrispondenza di una macchina di prova, in grado cioè di generare vibrazioni e accelerazioni identiche a quelle che si verificano nel drone durante il volo. Ottenute queste informazioni, posizionando poi le provette sulla macchina, saremo in grado di osservarne la risposta ancora prima che vengano collocate sul drone».

I test di prova sono dunque finalizzati anche a capire quale dei due droni svolga al meglio il lavoro di trasporto in termini di efficienza e sicurezza. «In possesso di questi dati – precisa ancora Bosso – potremo avviare le prime prove sui droni, nei campi volo, per osservare il comportamento dei campioni a bordo, avendo già una idea di base grazie alle precedenti simulazioni». Passo successivo sarà la realizzazione di un contenitore idoneo, che risponda ai criteri di conformità, aerodinamicità, peso e forma compatibili con i droni, con il valore aggiunto che alcuni sensori (necessari al monitoraggio di alcuni parametri ‘vitali’ per il materiale biologico), come per la temperatura, le vibrazioni, e la localizzazione, sono già integrati nel drone stesso.

Il sistema per il mantenimento dell’isotermia sarà attivo, per una questione di pesi ed efficienza. In tal modo, sarà semplice incorporare nel sistema di monitoraggio della temperatura, anche il suo controllo.